NABUCCO
-Ben io t'invenni..Anch'io dischiuso un giorno...Salgo già
ERNANI
-Surta è la notte...Ernani
involami...Tutto sprezzo
GIOVANNA D'ARCO
-Ah ben s'addice...Sempre all'alba ed alla
sera
- O fatidica foresta
ATTILA
-Santo di Patria...Allor che i
forti corrano...Da te questo
-Liberamente or piangi...O nel fuggente nuvolo
STIFFELIO
-O cielo!...Ah! Dagli scanni eterei
IL TROVATORE
-Che più t'arresti?...Tacea
la notte placia...Di tale amor
LA TRAVIATA
-è strano!...Ah forse è
lui...Sempre libera
UN BALLO IN MASCHERA
-Ecco l'orrido campo...Ma dall'arido
stelo divulsa
LA FORZA DEL DESTINO
-Pace...pace mio Dio
AIDA
-Qui Radames verrà...O
cieli azzurri
Rewiew
from diverdi.com
Myto nos propone un aprovechado disco donde la soprano paduana
Mara Zampieri ofrece un nutritivo y bastante amplio retrato
de la vocalidad femenina verdiana. Porque el camafeo incluye
desde las heroínas iniciales, de agresividad casi masculina,
batalladoras y reivindicativas como Abigaille u Odabella a
las más posteriores ya entrando el músico en
la madurez, de canto exclusivamente spianato, íntimas
y recogidas, sobrellevando con pasiva estoicidad los avatares
con que la vida las prueba o castiga, como Amelia, Leonora
de La Forza o Aida. Y en medio, la Elvira de Ernani (impecable
Zampieri en los virtuosos alardes de la cabaletta), la visionaria
Giovanna d'Arco o algunos personajes de transición,
como Lina de Stiffelio, la otra Leonora (la tan querible de
Trovatore) o Violetta Valery. Un tour de force de la Zampieri,
que sale airosa en cualquier cometido, dando lecciones de
concepto, de asimilación, de estilo y de posibilidades.
Por ejemplo, de Odabella canta, asombrosamente arrojada, la
onerosa cavatina de presentación, incluyendo la intrépida
cabaletta e inmediatamente la soprano se transforma en la
mujer soñadora, sensible y casi con veleidades poéticas
para poner en pie su siguiente página solista, la contemplativa
O nel fuggente nuvole. Pocas artistas logran dar con acierto
este cambio de talante. Algo parecido ocurre con Tacea la
notte placida de Il trovatore, cantado con acentos soñadores
y delicadamente líricos, los indicados para transmitir
a su atenta confidente la tierna evocación de su primer
encuentro con el ser querido, contrastando luego con la cabaletta
que sigue donde ofrece una inequívoca exposición
de ese estado de ánimo que domina a los seres humanos,
si son femeninos quizás con mayor intensidad, cuando
aman si remisión ni control, porque así suelen
amar las sopranos operísticas. Otra vez, Zampieri hace
una lectura incisiva de Ah! Dagli scanni eterei perteneciente
a la adúltera Lina, una de las arias sopraniles más
hermosas escritas por el Verdi de la primera época.
Desde el punto de vista dramático, Zampieri está
siempre acertada y muchas veces memorable. Por el lado vocal,
con esos gloriosos agudos como el rasgo más espectacular
que remata una voz rica y dotada, de timbre curiosamente no
demasiado italiano, sí se le pueden achacar algunas
notas fijas, esporádicamente diseminadas, o la categoría
de ciertos graves, algo forzados. Pero la brava cantante acaba
pudiendo con todo este variado, exigente y peliagudo material
sopranil, que remata con una magnífica, nostálgica,
conmovedora interpretación del O cieli azzurri de Aida,
donde el si bemol es de una riqueza y una seguridad pocas
veces escuchadas. Un dato negativo de la entrega es que no
figuren fechas y lugares de grabación, ni orquestas
ni directores. ¿Por qué?
Fernando
Fraga
diverdi.com
PREFAZIONE DI GUSTAVO MARCHESI
Torno col ricordo al gennaio 1977. Mara Zampieri nel Trovatore:
la prima volta dal vivo. E anche la prima, per me, della cabaletta
"Tu vedrai che amore in terra" (Parte IV), mai ascoltata
in teatro. Una fortuna. Tanto mi colpì che riportai
i versi di Cammarano (entusiasmanti) in apertura di un mio
libro sulla storia dell'opera lirica. Una fortuna, anche perché
Mara diede un'interpretazione assai forte di quella pagina,
e in un contesto di pubblico turbolento (per cause che non
dipendevano dallo spettacolo). Debbo dire che in qualche modo
offrì alla Zampieri l'occasione di mostrare le unghie,
oltre a una musicalità commovente e profonda. Un comportamento
degno di Eleonora, donna gentile, ma che non esita a diventare
combattiva, quando si presenta la necessità di lottare
fino alla morte nel sacrificio d'amore. La cabaletta non è
compresa nel nostro CD; in compenso figura, del Trovatore,
quella della Parte I, "Di tale amor che dirsi",
che in pratica anticipa il concetto della morte sacrificale.
Il soprano verdiano non è a senso unico. Nasce dal
Nabucco, da Abigaille come "drammatico d'agilità",
uno di quei soggetti col "diavolo in corpo", come
diceva lo stesso Verdi, una personalità pugnace che
sfodera la spada, si mette al passo con i signori uomini e
anche vocalmente non ha nulla da temere nel confronto. Ma
dal fondo del suo cuore affiora fatalmente la dolcezza, e
il cambiamento è quanto mai emozionante. La Zampieri
lo riconosce, sa come passare dalle smaglianti frecciate virtuosistiche
alla penombra di colloqui sofferti con la propria solitudine.
Ha i mezzi, e che mezzi, per coprire la distanza fra i due
estremi, caratteristici della prima maniera verdiana. Il CD
ne riporta esempi straordinari - Nabucco, Ernani, Giovanna
d'Arco, Attila, Stiffelio - dove il bussetano, facendo tesoro
delle precedenti lezioni di Bellini e Donizetti, innesta la
propria evoluzione espressiva e attua il processo eccezionale
che porta l'agilità in braccio alla declamazione. Una
'gettata' risolta per effetto dell'alta temperatura drammatica
e nella quale si imprime il "doc" della parola.
È il nuovo modello di agilità vocale scenica,
come verrebbe da chiamarla, marcata dal costante assillo dell'accento.
Il discorso porta direttamente ai recitativi, dimostrazioni
eccelse del linguaggio di Verdi, e una delle più suggestive
esibite dalla Zampieri, che dà fondo a tutte le proprie
riserve di teatrante. Recitativi divenuti plastici, gestuali,
studiati dal soprano con il calcolatore e il pennello, vere
riscoperte, anche se il pubblico si sentirà più
richiamato all'applauso dagli acuti sfoggiati da lei con perfetta
intonazione e potenza.
Certo il repertorio del soprano drammatico spetta quasi per
intero alla Zampieri. Ha il suono autoritario e l'intelligenza
per graduarlo nelle rapide planate in zone pianeggianti e
chiaroscurali, che Verdi colloca a stretto contatto con quelle
più rocciose, in parete, ad alta quota e bruciate dalla
luce piena: manovre di estrema difficoltà dalle quali
si misura l'imponenza del personaggio.
Il presente CD ne dà conto in modo assai puntuale,
orientando la bussola lungo l'arco dell'opera verdiana. Dopo
il primo blocco fra il 1842 e il 1846 - in cui lo stile di
canto insiste sulla verità estroversa di un perenne
duello che la donna ingaggia col mondo - dal 1850, con il
personaggio di Lina dello Stiffelio, ci incamminiamo per vie
differenziate. Lina introduce, tra i ruoli femminili di Verdi,
il soprano di forza, in cui l'anima guerriera che ci stupiva
nelle precedenti creature, si amplia alla ricerca di personalità
più ricche. E la Zampieri non manca il bersaglio in
due interpretazioni da evidenziare, sensazionali, il recitativo
"O cielo! Ove son io" e l'aria "Ah dagli scanni
eterei".
Il varco è aperto per giungere con la maggiore naturalezza
alle due pietre miliari di Trovatore e Traviata del '53: quest'ultima
in un documento raro, considerando che la Zampieri deve aver
frequentato pochissimo il personaggio, peraltro assai bene,
almeno a giudicare dalla celebre Scena V dell'Atto I, qui
incisa. Seguono, con pari dignità, le grandi prove
del decennio '60-70 con Ballo in maschera, Forza del destino,
Aida, sulle quali non vale conto soffermarsi, essendo di per
sé un blasone per qualsiasi interprete di livello che
le affronti. Preferibile dare spazio alle impressioni suscitate
dal Verdi primiero e meno noto, di acuta difficoltà,
e perciò altrettanto difficile da ascoltare.
Rimane fuori dal CD quella che viene considerata a tutt'oggi
l'avventura drammatica più singolare dell'artista,
Lady Macbeth, di cui peraltro esistono in circolazione vari
esempi discografici.
L'opinione riassuntiva è che la voce della Zampieri
entra nello spazio acustico del teatro e ci resta, in casa
propria. Le riproduzioni discografiche rimangono testimonianze
come di affreschi strappati dalla scena in svolgimento e non
si appoggiano alle invenzioni della tecnica fonogenica. Ci
sono voci che ricevono l'alloro da una perfetta sistemazione
sotto la campana isolante del disco, dove rimodellano l'opera
in un teatro ricostruito. Altre che continuano a vivere meglio
là, nella loro terra d'origine, da dove proviene l'opera
originale, e dove dobbiamo cercarle. Il fattore principale
rimane comunque la qualità: che una cantante come la
nostra offra campioni meritevoli della massima lode, dietro
i quali si è accumulata una preparazione attenta, alla
quale non sono mai sfuggite le regole ferree dell'emissione,
della scansione e della dizione lungo l'intera carriera fino
a oggi.
FOREWORD
OF GUSTAVO MARCHESI
Memory takes me back to January 1977, and Mara Zampieri in
Il Trovatore, her first live performance and my first experience
of the cabaletta "Tu vedrai che amore in terra"
(Part IV), never before heard in a theatre. What an experience!
I was so moved that I quoted the stirring verses of Cammarano
at the beginning of my book on the history of opera. Memorable,
because Mara gave a powerful performance to an audience that
was, for reasons quite unconnected with the opera, somewhat
restless. It gave her a chance to show her claws and demonstrate
the depths of her talent. She proved to be a worthy Eleonora,
a kind, gentle woman with a combative streak, ready to fight
to the death in the cause of love. The cabaletta is not in
this collection, but we have included the one from Part I
of Il Tovatore "Di tale amor che dirsi", which itself
portends sacrificial death.
Verdi's sopranos are multifaceted creatures. They start with
Abigaille in Nabucco, defined as "drammatico d'agilità",
full of mischief, as Verdi himself saw her. A pugnacious character
with drawn sword, she is a match for any man and on a vocal
level need fear no competition from that quarter. But from
the depths of her being emerges her essential sweetness, and
the transformation is exciting. Mara Zampieri changes with
natural ease from sparkling repartee to dark musings immersed
in loneliness, skilfully moving from one extreme to the other,
extremes that characterise Verdi's work. This collection contains
some remarkable examples - Nabucco, Ernani, Giovanna d'Arco,
Attila, Stiffelio - in which, drawing on the teachings of
Bellini and Donizetti, the composer develops his own expressive
form, which combines musical agility with declamation. A fusion
wrought in the heat of drama and imprinted with uniquely original
wording. The result is an entirely new model of dramatic vocal
agility combined with a striking use of language.
This leads us directly to Verdi's recitatives, a perfect demonstration
of his use of language, and in which Mara Zampieri gives some
of her most moving performances, delving deep into her unique
theatrical skills. Recitatives that in her interpretation
become all the more vivid, and which she perfects as if with
both calculator and paintbrush, discovering them anew. But
it is her flawless technique, the perfect pitch and power
of her high notes that most moves the audience.
Certainly, Mara Zampieri is in full command of the repertoire
of the dramatic soprano. Her voice has authority, and she
the intelligence to take it soaring over the high planes dappled
with chiaroscuro tones that Verdi intersperses with jagged
outcrops and sheer rock faces in full sunlight; manoeuvres
that she tackles with ease, impressing us with the range of
her talent.
This collection provides an overview of Verdi's operas. After
his early body of work produced between 1842 and 1846 - characterised
by an outgoing realism in which his women began to challenge
the world around them - it was in 1850, when he gave us the
character of Lina in Stiffelio, that his style began to change.
With Lina, Verdi introduces to his female roles the forceful
soprano, the "soprano di forza", in whom the warrior
spirit of his earlier creations is enriched with more complex
personality traits. Mara Zampieri is sensational in two exquisite
interpretations, the recitative "O cielo! Ove son io"
and the aria "Ah dagli scanni eterei".
These pave the way to the two milestones from Trovatore and
Traviata in 1853: the latter is a rare recording, because
Mara Zampieri played the part only twice, and acquitted herself
very well judging by the famous Scene V, Act I, presented
here. This is followed by the great works of the 1860's, with
Ballo in maschera, Forza del destino and Aida, about which
little remains to be said, such is their fame and the prestige
attached to performing them. They need no explanation, unlike
Verdi's earlier, less known works that are more obscure and
difficult to listen to.
Not included in this collection is the artiste's most remarkable
dramatic part, Lady Macbeth, of which there are already a
number of recordings in circulation.
Mara Zampieri's voice marries the natural acoustics of the
theatre, filling its every corner and lingering there in its
natural element. These recordings are snatched straight from
the scene itself, they are demonstrations of sheer talent
and owe nothing to modern technology. Some voices are acclaimed
as great but would be nothing outside a recording studio,
where they are artificially perfected and moulded. Others
are at home on the bare boards of a stage, the birthplace
of true opera. Quality is all, and here we have some supreme
examples, backed by a lifetime of rigorous rehearsal to which
the iron rules of voice control and diction have been strictly
applied.
|