MYTO CD 052.H102
 
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NABUCCO 
-Ben io t'invenni..Anch'io dischiuso un giorno...Salgo già
ERNANI
-Surta è la notte...Ernani involami...Tutto sprezzo
 GIOVANNA D'ARCO
-Ah ben s'addice...Sempre all'alba ed alla sera
- O fatidica foresta
ATTILA

-Santo di Patria...Allor che i forti corrano...Da te questo
-Liberamente or piangi...O nel fuggente nuvolo
STIFFELIO
-O cielo!...Ah! Dagli scanni eterei
IL TROVATORE
-Che più t'arresti?...Tacea la notte placia...Di tale amor
LA TRAVIATA
-è strano!...Ah forse è lui...Sempre libera
UN BALLO IN MASCHERA
-Ecco l'orrido campo...Ma dall'arido stelo divulsa

LA FORZA DEL DESTINO
-Pace...pace mio Dio

AIDA
-Qui Radames verrà...O cieli azzurri


Rewiew from diverdi.com



Myto nos propone un aprovechado disco donde la soprano paduana Mara Zampieri ofrece un nutritivo y bastante amplio retrato de la vocalidad femenina verdiana. Porque el camafeo incluye desde las heroínas iniciales, de agresividad casi masculina, batalladoras y reivindicativas como Abigaille u Odabella a las más posteriores ya entrando el músico en la madurez, de canto exclusivamente spianato, íntimas y recogidas, sobrellevando con pasiva estoicidad los avatares con que la vida las prueba o castiga, como Amelia, Leonora de La Forza o Aida. Y en medio, la Elvira de Ernani (impecable Zampieri en los virtuosos alardes de la cabaletta), la visionaria Giovanna d'Arco o algunos personajes de transición, como Lina de Stiffelio, la otra Leonora (la tan querible de Trovatore) o Violetta Valery. Un tour de force de la Zampieri, que sale airosa en cualquier cometido, dando lecciones de concepto, de asimilación, de estilo y de posibilidades. Por ejemplo, de Odabella canta, asombrosamente arrojada, la onerosa cavatina de presentación, incluyendo la intrépida cabaletta e inmediatamente la soprano se transforma en la mujer soñadora, sensible y casi con veleidades poéticas para poner en pie su siguiente página solista, la contemplativa O nel fuggente nuvole. Pocas artistas logran dar con acierto este cambio de talante. Algo parecido ocurre con Tacea la notte placida de Il trovatore, cantado con acentos soñadores y delicadamente líricos, los indicados para transmitir a su atenta confidente la tierna evocación de su primer encuentro con el ser querido, contrastando luego con la cabaletta que sigue donde ofrece una inequívoca exposición de ese estado de ánimo que domina a los seres humanos, si son femeninos quizás con mayor intensidad, cuando aman si remisión ni control, porque así suelen amar las sopranos operísticas. Otra vez, Zampieri hace una lectura incisiva de Ah! Dagli scanni eterei perteneciente a la adúltera Lina, una de las arias sopraniles más hermosas escritas por el Verdi de la primera época. Desde el punto de vista dramático, Zampieri está siempre acertada y muchas veces memorable. Por el lado vocal, con esos gloriosos agudos como el rasgo más espectacular que remata una voz rica y dotada, de timbre curiosamente no demasiado italiano, sí se le pueden achacar algunas notas fijas, esporádicamente diseminadas, o la categoría de ciertos graves, algo forzados. Pero la brava cantante acaba pudiendo con todo este variado, exigente y peliagudo material sopranil, que remata con una magnífica, nostálgica, conmovedora interpretación del O cieli azzurri de Aida, donde el si bemol es de una riqueza y una seguridad pocas veces escuchadas. Un dato negativo de la entrega es que no figuren fechas y lugares de grabación, ni orquestas ni directores. ¿Por qué?

Fernando Fraga

diverdi.com


PREFAZIONE DI GUSTAVO MARCHESI
Torno col ricordo al gennaio 1977. Mara Zampieri nel Trovatore: la prima volta dal vivo. E anche la prima, per me, della cabaletta "Tu vedrai che amore in terra" (Parte IV), mai ascoltata in teatro. Una fortuna. Tanto mi colpì che riportai i versi di Cammarano (entusiasmanti) in apertura di un mio libro sulla storia dell'opera lirica. Una fortuna, anche perché Mara diede un'interpretazione assai forte di quella pagina, e in un contesto di pubblico turbolento (per cause che non dipendevano dallo spettacolo). Debbo dire che in qualche modo offrì alla Zampieri l'occasione di mostrare le unghie, oltre a una musicalità commovente e profonda. Un comportamento degno di Eleonora, donna gentile, ma che non esita a diventare combattiva, quando si presenta la necessità di lottare fino alla morte nel sacrificio d'amore. La cabaletta non è compresa nel nostro CD; in compenso figura, del Trovatore, quella della Parte I, "Di tale amor che dirsi", che in pratica anticipa il concetto della morte sacrificale.

Il soprano verdiano non è a senso unico. Nasce dal Nabucco, da Abigaille come "drammatico d'agilità", uno di quei soggetti col "diavolo in corpo", come diceva lo stesso Verdi, una personalità pugnace che sfodera la spada, si mette al passo con i signori uomini e anche vocalmente non ha nulla da temere nel confronto. Ma dal fondo del suo cuore affiora fatalmente la dolcezza, e il cambiamento è quanto mai emozionante. La Zampieri lo riconosce, sa come passare dalle smaglianti frecciate virtuosistiche alla penombra di colloqui sofferti con la propria solitudine. Ha i mezzi, e che mezzi, per coprire la distanza fra i due estremi, caratteristici della prima maniera verdiana. Il CD ne riporta esempi straordinari - Nabucco, Ernani, Giovanna d'Arco, Attila, Stiffelio - dove il bussetano, facendo tesoro delle precedenti lezioni di Bellini e Donizetti, innesta la propria evoluzione espressiva e attua il processo eccezionale che porta l'agilità in braccio alla declamazione. Una 'gettata' risolta per effetto dell'alta temperatura drammatica e nella quale si imprime il "doc" della parola. È il nuovo modello di agilità vocale scenica, come verrebbe da chiamarla, marcata dal costante assillo dell'accento.

Il discorso porta direttamente ai recitativi, dimostrazioni eccelse del linguaggio di Verdi, e una delle più suggestive esibite dalla Zampieri, che dà fondo a tutte le proprie riserve di teatrante. Recitativi divenuti plastici, gestuali, studiati dal soprano con il calcolatore e il pennello, vere riscoperte, anche se il pubblico si sentirà più richiamato all'applauso dagli acuti sfoggiati da lei con perfetta intonazione e potenza.

Certo il repertorio del soprano drammatico spetta quasi per intero alla Zampieri. Ha il suono autoritario e l'intelligenza per graduarlo nelle rapide planate in zone pianeggianti e chiaroscurali, che Verdi colloca a stretto contatto con quelle più rocciose, in parete, ad alta quota e bruciate dalla luce piena: manovre di estrema difficoltà dalle quali si misura l'imponenza del personaggio.

Il presente CD ne dà conto in modo assai puntuale, orientando la bussola lungo l'arco dell'opera verdiana. Dopo il primo blocco fra il 1842 e il 1846 - in cui lo stile di canto insiste sulla verità estroversa di un perenne duello che la donna ingaggia col mondo - dal 1850, con il personaggio di Lina dello Stiffelio, ci incamminiamo per vie differenziate. Lina introduce, tra i ruoli femminili di Verdi, il soprano di forza, in cui l'anima guerriera che ci stupiva nelle precedenti creature, si amplia alla ricerca di personalità più ricche. E la Zampieri non manca il bersaglio in due interpretazioni da evidenziare, sensazionali, il recitativo "O cielo! Ove son io" e l'aria "Ah dagli scanni eterei".

Il varco è aperto per giungere con la maggiore naturalezza alle due pietre miliari di Trovatore e Traviata del '53: quest'ultima in un documento raro, considerando che la Zampieri deve aver frequentato pochissimo il personaggio, peraltro assai bene, almeno a giudicare dalla celebre Scena V dell'Atto I, qui incisa. Seguono, con pari dignità, le grandi prove del decennio '60-70 con Ballo in maschera, Forza del destino, Aida, sulle quali non vale conto soffermarsi, essendo di per sé un blasone per qualsiasi interprete di livello che le affronti. Preferibile dare spazio alle impressioni suscitate dal Verdi primiero e meno noto, di acuta difficoltà, e perciò altrettanto difficile da ascoltare.

Rimane fuori dal CD quella che viene considerata a tutt'oggi l'avventura drammatica più singolare dell'artista, Lady Macbeth, di cui peraltro esistono in circolazione vari esempi discografici.
L'opinione riassuntiva è che la voce della Zampieri entra nello spazio acustico del teatro e ci resta, in casa propria. Le riproduzioni discografiche rimangono testimonianze come di affreschi strappati dalla scena in svolgimento e non si appoggiano alle invenzioni della tecnica fonogenica. Ci sono voci che ricevono l'alloro da una perfetta sistemazione sotto la campana isolante del disco, dove rimodellano l'opera in un teatro ricostruito. Altre che continuano a vivere meglio là, nella loro terra d'origine, da dove proviene l'opera originale, e dove dobbiamo cercarle. Il fattore principale rimane comunque la qualità: che una cantante come la nostra offra campioni meritevoli della massima lode, dietro i quali si è accumulata una preparazione attenta, alla quale non sono mai sfuggite le regole ferree dell'emissione, della scansione e della dizione lungo l'intera carriera fino a oggi.



FOREWORD OF GUSTAVO MARCHESI
Memory takes me back to January 1977, and Mara Zampieri in Il Trovatore, her first live performance and my first experience of the cabaletta "Tu vedrai che amore in terra" (Part IV), never before heard in a theatre. What an experience! I was so moved that I quoted the stirring verses of Cammarano at the beginning of my book on the history of opera. Memorable, because Mara gave a powerful performance to an audience that was, for reasons quite unconnected with the opera, somewhat restless. It gave her a chance to show her claws and demonstrate the depths of her talent. She proved to be a worthy Eleonora, a kind, gentle woman with a combative streak, ready to fight to the death in the cause of love. The cabaletta is not in this collection, but we have included the one from Part I of Il Tovatore "Di tale amor che dirsi", which itself portends sacrificial death.


Verdi's sopranos are multifaceted creatures. They start with Abigaille in Nabucco, defined as "drammatico d'agilità", full of mischief, as Verdi himself saw her. A pugnacious character with drawn sword, she is a match for any man and on a vocal level need fear no competition from that quarter. But from the depths of her being emerges her essential sweetness, and the transformation is exciting. Mara Zampieri changes with natural ease from sparkling repartee to dark musings immersed in loneliness, skilfully moving from one extreme to the other, extremes that characterise Verdi's work. This collection contains some remarkable examples - Nabucco, Ernani, Giovanna d'Arco, Attila, Stiffelio - in which, drawing on the teachings of Bellini and Donizetti, the composer develops his own expressive form, which combines musical agility with declamation. A fusion wrought in the heat of drama and imprinted with uniquely original wording. The result is an entirely new model of dramatic vocal agility combined with a striking use of language.


This leads us directly to Verdi's recitatives, a perfect demonstration of his use of language, and in which Mara Zampieri gives some of her most moving performances, delving deep into her unique theatrical skills. Recitatives that in her interpretation become all the more vivid, and which she perfects as if with both calculator and paintbrush, discovering them anew. But it is her flawless technique, the perfect pitch and power of her high notes that most moves the audience.


Certainly, Mara Zampieri is in full command of the repertoire of the dramatic soprano. Her voice has authority, and she the intelligence to take it soaring over the high planes dappled with chiaroscuro tones that Verdi intersperses with jagged outcrops and sheer rock faces in full sunlight; manoeuvres that she tackles with ease, impressing us with the range of her talent.
This collection provides an overview of Verdi's operas. After his early body of work produced between 1842 and 1846 - characterised by an outgoing realism in which his women began to challenge the world around them - it was in 1850, when he gave us the character of Lina in Stiffelio, that his style began to change. With Lina, Verdi introduces to his female roles the forceful soprano, the "soprano di forza", in whom the warrior spirit of his earlier creations is enriched with more complex personality traits. Mara Zampieri is sensational in two exquisite interpretations, the recitative "O cielo! Ove son io" and the aria "Ah dagli scanni eterei".

These pave the way to the two milestones from Trovatore and Traviata in 1853: the latter is a rare recording, because Mara Zampieri played the part only twice, and acquitted herself very well judging by the famous Scene V, Act I, presented here. This is followed by the great works of the 1860's, with Ballo in maschera, Forza del destino and Aida, about which little remains to be said, such is their fame and the prestige attached to performing them. They need no explanation, unlike Verdi's earlier, less known works that are more obscure and difficult to listen to.


Not included in this collection is the artiste's most remarkable dramatic part, Lady Macbeth, of which there are already a number of recordings in circulation.
Mara Zampieri's voice marries the natural acoustics of the theatre, filling its every corner and lingering there in its natural element. These recordings are snatched straight from the scene itself, they are demonstrations of sheer talent and owe nothing to modern technology. Some voices are acclaimed as great but would be nothing outside a recording studio, where they are artificially perfected and moulded. Others are at home on the bare boards of a stage, the birthplace of true opera. Quality is all, and here we have some supreme examples, backed by a lifetime of rigorous rehearsal to which the iron rules of voice control and diction have been strictly applied.